L’induzione elettrostatica

Un conduttore metallico, oltre che per strofinio o per contatto, può essere elettrizzato per induzione.

Avvicinandosi alla sferetta di un elettroscopio scarico, senza però toccarla, un corpo elettrizzato negativamente per strofinio, si osserva che le foglioline divergono, cioè manifestano una elettrizzazione.

Il fenomeno è il seguente: una parte degli elettroni liberi presenti nelle parti conduttrici dell’elettroscopio (sferetta, asticina, foglioline) sono respinti dalle cariche negative presenti in eccesso sulla barretta elettrizzata, quindi si spostano verso il basso, ciò determina un difetto di elettroni sulla sferetta e un eccesso di elettroni dall’altro capo, cioè sulle foglioline.

Queste ultime quindi possedendo entrambe una carica negativa dovuta ad eccesso di elettroni, tendono a respingersi.

Il fenomeno prende il nome di induzione elettrostatica, il corpo elettrizzato che produce il fenomeno si chiama induttore ed il conduttore che lo subisce indotto.

Allontanando il corpo elettrizzato, gli elettroni presenti in eccesso sulla foglioline dell’elettroscopio, tendono a tornare nella loro posizione iniziale, cioè si annullano con le cariche positive presenti sulla sferetta, quindi le foglioline ritornano nella condizione iniziale di riposo.


Analogamente se, avvicinando ad un corpo A carico, per esempio positivamente, un conduttore B, inizialmente neutro, si ha che il conduttore B subisce il fenomeno dell’induzione elettrostatica assumendo una carica opposta a quella del corpo induttore A nella parte più vicina ad A, nel nostro caso negativa, ed una carica dello stesso segno nella parte più lontana, nel nostro caso positiva.

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