Un circuito elementare è costituito da una pila o batteria, da una lampadina, da un interruttore e dai fili di collegamento.
In un circuito elettrico, per ottenere la circolazione di una corrente elettrica, è necessario che agli estremi del conduttore o della lampadina, si abbia una d.d.p. (differenza di potenziale). Quest’ultima è ottenuta mediante un generatore di tensione continua come ad esempio una pila o una batteria.
Quando l’interruttore è chiuso la lampadina si accende e viceversa.
L’accensione della lampadina ci segnala il passaggio di corrente elettrica.
Il circuito è chiuso se è attraversato da corrente, è aperto in caso contrario.
All’esterno della pila la corrente va dal polo positivo al negativo, anche se come sappiamo gli elettroni vanno in senso opposto.
Se il valore della corrente è costante, cioè non varia nel tempo, la corrente è detta continua. Graficamente la possiamo rappresentare con una retta parallela all’asse dei tempi.
La corrente continua è prodotta da d.d.p. anch’essa costante nel tempo.
Una pila presenta due terminali, chiamati poli o morsetti, tra i quali si rileva una d.d.p. costante per una durata più o meno lunga a seconda della tipologia. Il morsetto a potenziale maggiore è detto polo positivo ed è indicato con il simbolo + , mentre il morsetto a potenziale minore è detto polo negativo ed è indicato con il simbolo -.
In effetti il segno + o – indica solo se il potenziale è maggiore o minore, pertanto i potenziali rispettivi potrebbero essere entrambi positivi, entrambi negativi, o di segno opposto, o uno dei due a potenziale nullo.
Il simbolo di un generatore a tensione continua è rappresentato da due segmenti paralleli. Quello lungo e sottile indica il polo positivo, mentre quello corto e spesso, indica il polo negativo.