La legge di Coulomb

Abbiamo già osservato in modo qualitativo che cariche elettriche dello stesso segno si respingono e cariche elettriche di segno opposto si attraggono.

Vogliamo, ora, vedere quanto vale e da cosa dipende l’intensità della forza di attrazione o di repulsione tra cariche elettriche.

Supponiamo di trovarci nel vuoto.

Sperimentalmente nel 1784, il fisico Coulomb, utilizzando una bilancia di torsione, cioè una bilancia in grado di misurare piccole forze, ricavò che la forza Fo con cui due cariche puntiformi q1 e q2 , poste a distanza d interagiscono, è espressa dalla seguente relazione:

dove K0 è una costante di proporzionalità che dipende dal sistema di misura adoperato.

Nel S:I. essa vale:

K0 =  9 x 109 Nm2/C2

Questa relazione è detta legge di Coulomb e si enuncia in tal modo:

la forza attrattiva o repulsiva fra due quantità di cariche elettriche q1 e q2 , è direttamente proporzionale al prodotto delle cariche ed inversamente proporzionale al quadrato della distanza che le separa.

 

 

La forza è attrattiva se le due cariche hanno segno opposto, repulsiva se hanno eguale segno.

Nel caso che le cariche si trovano nel vuoto, nel S.I. la costante K0 è:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’unità di misura della carica elettrica è il coulomb (C)

Il coulomb è quella carica elettrica che attira o respinge, a secondo dei segni, un’altra carica uguale, posta ad un metro di distanza nel vuoto con la forza di 1 Newton.

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